BREVI CENNI SULLE GRAVIDANZE GEMELLARI

Per il genere umano la gravidanza gemellare è una anomalia del concepimento. Per la maggior parte si tratta di gravidanze bigemine, di minor frequenza sono le gravidanze triple e quelle di ordine superiore. La gravidanza gemellare può derivare da due o più ovociti fecondati da due o più spermatozoi diversi; oppure da un ovocita fecondato da uno spermatozoo a cui segue, più o meno precocemente, la separazione dell’abbozzo embrionario iniziale in due o più abbozzi distinti. Pertanto si parlerà rispettivamente di gravidanza multipla polizigotica, in particolare bizigotica (o dizigotica o biovulare), trizigotica (o triovulare), e così via, oppure di gravidanza multipla monozigotica (o monovulare). Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento delle gravidanze gemellari. L’aumento delle gravidanze gemellari (per lo più dizigotiche) è correlato in parte all’incrementato uso di farmaci per stimolare l'ovulazione e all'impiego di tecniche di fecondazione in vitro e in parte all’aumento dell’età media delle gravide. La frequenza naturale della gravidanza multipla è di circa un caso su 80-100. Si calcola che dei gemelli circa 2/3 siano bizigotici ed 1/3 monozigotici; il tasso di gravidanze bizigoti tuttavia varia notevolmente nei vari paesi con un range di frequenza che va da 4 a 50 per 1000 nascite, mentre le monozigotiche presentano una frequenza relativamente costante in tutto il mondo di 3-5 casi su 1000 nascite. In Italia le gravidanze gemellari attese in condizioni normali sarebbero 5000/anno, negli ultimi anni hanno superato le 10.000/anno. L’incidenza delle gravidanze monozigotiche è rimasta invariata e si aggira intorno a 4/1000 parti. La corionicità di una gravidanza gemellare definisce il numero di placente presenti, mentre la amnionicità definisce il numero di cavità amniotiche. Nei gemelli bizigoti ciascuno ha la propria placenta e la propria cavità amniotica (gravidanze bicoriali e biamniotiche), mentre nei gemelli monozigotì vi sono diverse possibilità in base all’epoca di sviluppo in cui si verifica la separazione degli abbozzi embrionari: - se avviene entro 3 giorni dalla fecondazione, ovvero quando vi sono solo due blastomeri, ciascuno di essi si anniderà indipendentemente dall’altro realizzandosi una gravidanza bicoriale biamniotica; - se avviene tra il 4° e l’8° giorno dalla fecondazione, ovvero dopo la differenziazione del trofoblasto ma prima che si formi la cavità amniotica si realizza una gravidanza monocoriale biamniotica (rappresentano il 98% delle gravidanze monocoriali); - se avviene dopo il 9° giorno dalla fecondazione, ovvero dopo la formazione della cavità amniotica, si realizza una gravidanza monocoriale monoamniotica (la separazione degli abbozzi embrionari può avvenire fino al 12° giorno); - se avviene dopo il 12º-14° giorno i gemelli sono congiunti (“siamesi”). Poichè circa il 90% delle gravidanze bicoriali sono bizigotiche approssimativamente si può dire che nelle gravidanze gemellari bicoriali il rischio che uno dei 2 feti sia affetto da Trisomia 21 (Sindrome di Down) è 2 volte maggiore di quello atteso in una gravidanza con feto singolo. Poichè per le gravidanze gemellari il rischio di aborto causato da villocentesi o amniocentesi è circa il 2%, l'esame ecografico del I° trimestre di gravidanza risulta estremamente importante in quanto è possibile effettuare esami di screening per la Sindrome di Down (come la misurazione della Translucenza Nucale e la ricerca dell'Osso Nasale), per selezionare ecograficamente le gravide da sottoporre ad indagini invasive e ridurre il rischio di perdite fetali. La diagnosi ecografica di corionicità e di amnionicità è più semplice nel primo trimestre di gestazione ed è eseguibile con esami ecografici sia addominali che vaginali. Nel secondo trimestre diventa più difficile identificare il setto interamniotico mentre nel terzo trimestre l’ingombro dei gemelli rispetto al liquido è tale da rendere arduo ogni tentativo di identificazione della membrana interamniotica, pertanto la definizione di corionicità ed amnionicità in epoche gestazionali più avanzate diventa estremamente difficoltosa e comunque rimane come una diagnosi di probabilità. La diagnosi di corionicità può essere posta abbastanza agevolmente tra la 8ª e la 15ª settimane di età gestazionale. Durante l’esame del primo trimestre è consigliabile, in caso di gemellarità e di massa placentare unica, valutare se vi è un unico celoma extraembrionario contenente entrambi i sacchi vitellini: in tal caso si tratta di gravidanza monocoriale; inoltre, è importante valutare il setto che separa le due camere ovulari e la sua inserzione sul chorion frondosum (quello che poi formerà la placenta): la presenza del cosiddetto segno ”λ” (lambda) a 11-14 settimane di epoca gestazionale consente di definire bicoriale la gravidanza, mentre la sua assenza e la presenza del cosiddetto segno “T” di consente porre diagnosi di gravidanza monocoriale. A volte quest’ultimo segno non è facilmente riconoscibile, in tal caso si possono ricercare segni sussidiari per la diagnosi di corionicità quali lo spessore della membrana divisoria tra i due sacchi amniotici: uno spessore inferiore a 2 mm è indicativo di gravidanza monocoriale mentre l’identificazione di almeno tre lamine delle quattro presenti nelle gravidanze multicoriali suggerisce, appunto, che si tratti della nominata condizione di multicorialità. Dopo la 15ª settimana i segni ecografici sono meno agevoli da identificare; a peggiorare la situazione, nelle gravidanze biamniotiche soprattutto monocoriali, può verificarsi marcato oligoidramnios in uno dei sacchi con accollamento delle membrane al corpo fetale e conseguente difficile identificazione della membrana divisoria tra due sacchi amniotici (gemello bloccato o "stuck twin"). A partire dalla 16ª settimana, la diagnosi può essere facilitata dall’identificazione del sesso, dal momento che due gemelli di sesso diverso derivano sicuramente da due zigoti diversi e sono sicuramente bicoriali. La valutazione ecografica della corionicità e dell’amnioticità è fondamentale per definire il rischio ostetrico, che è tanto maggiore quanto maggiore è il numero dei concepiti, ed orientare il tipo di trattamento in caso di patologia; in particolare, l’entità del rischio ostetrico è maggiore nelle gravidanze monozigotiche rispetto alle polizigotiche ed è maggiore nelle gravidanze monocoriali rispetto alle policoriali; infine nelle gravidanze monocoriali è molto più elevata nelle monoamniotiche che nelle poliamniotiche. I rischi di morbosità e mortalità feto-neonatale sono circa 3-7 volte maggiori delle gravidanze con feto singolo. Le complicanze fetali e neonatali riguardano soprattutto la prematurità. Un’altra grande complicanza è il ritardo di crescita intrauterino (IUGR) che coinvolge il 25% delle gravidanze gemellari, specie le monoamniotiche e le monoovulari in genere. Sono inoltre frequenti le anomalie congenite (specie nelle gravidanze monovulari), il polidramnios, la morte endouterina di uno dei due feti, le patologie del funicolo come il prolasso e l’attorcigliamento (quest’ultimo esclusivo delle gravidanze monoamniotiche), la presenza di vasi previi e la malpresentazione di uno dei due feti. Nelle gravidanze gemellari monocoriali vi è una condivisione della circolazione sanguigna placentare, più o meno pronunciata, data dalla presenza di anastomosi vascolari anomale sia artero-arteriose e veno-venose superficiali (decorrono sul piatto coriale, sono a pieno canale e hanno un flusso ematico bidirezionale tra i due feti), sia artero-venose capillari che sono in profondità nei cotiledoni e, dato il loro esiguo calibro, consentono il flusso preferenziale di sangue in una sola direzione, in pratica dal versante arterioso del gemello donatore a quello venoso del gemello ricevente. A causa di questa emodinamica intergemellare, può instaurarsi la Sindrome da Trasfusione Feto-Fetale (Twin to Twin Transfusion Sindrome o TTTS) con possibilità di polidramnios e morte endouterina.

Il contenuto di questa informativa, vista la complessità dell’argomento, è parziale e non esaustivo, per cui consigliamo di richiedere ai propri medici ulteriori e più complete informazioni sui criteri diagnostici, la prognosi e le possibilità di trattamento.