BASI ANATOMO-FUNZIONALI DEL COMPORTAMENTO MOTORIO FETALE

Il progressivo affinarsi delle metodiche "ultrasuonoscopiche" ha permesso uno studio sempre più dettagliato fino alla descrizione accurata dei patterns motori e degli stati comportamentali fetali che caratterizzano le varie epoche della vita embrio-fetale. Questi modelli di comportamento, ed il loro ciclico alternarsi nel corso delle 24 ore, ben definiti e facilmente riconoscibili, rappresentano un segno importante di maturazione neurologica ed un utile indice per valutare l'integrità neurofunzionale del feto. Un attento esame della motilità fetale, quantitativo e soprattutto qualitativo, consente di svelare alterazioni particolarmente importanti a fini diagnostici e prognostici. La presenza di un'attività biofisica dinamica normale prova indirettamente che il S.N.C. è integro e ben funzionante, cioè ben ossigenato. Le attività biofisiche del feto sono controllate dall'attività neuronale in distinti siti anatomici del cervello. La sensibilità all'ipossia è diversa nei vari centri nervosi: una maggior quantità di ossigeno è richiesta dalle strutture di più recente formazione che per prime sono depresse dallo  stato ipossico (gradual hypoxia concept). I centri nervosi deputati al controllo dell'attività cardiaca e quelli deputati al controllo dei movimenti respiratori sono i più sensibili all'ipossia, i centri deputati al controllo dei movimenti corporei hanno una sensibilità media, mentre i centri deputati al controllo del tono posturale sono i meno sensibili all'ipossia. Le prime attività motorie riflesse coincidono con l'inizio della sinaptogenesi intorno ai nuclei motori. Il manifestarsi di attività di tipo segmentario a carico della testa, del tronco e degli arti, risulta simultaneo al rapido incremento delle sinapsi asso-dendritiche, la fase di incremento delle sinapsi asso-somatiche corrisponde, invece, alla comparsa di movimenti più complessi e sofisticati. Nel ricco patrimonio motorio fetale, accanto a patterns di dubbia interpretazione se ne repertano altri cui è possibile attribuire un chiaro significato funzionale. Acquisizioni di grande interesse sono derivate dall'osservazione degli stati comportamentali fetali, rappresentati dal sonno e dalla veglia, cioè da due funzioni, centrali ed autonome, stabili nel tempo e il cui studio è affidato al rilievo di parametri sicuri e di facile osservazione: movimenti oculari, movimenti corporei, movimenti respiratori e frequenza cardiaca. Prima della 35ª settimana gestazionale queste variabili fluttuano liberamente non essendo adeguatamente correlate. Presso il termine gli stati comportamentali sono paragonabili a quelli neonatali, esistendo un coordinamento tra le variabili, con passaggio da uno stato all'altro in un tempo relativamente breve (2-3 minuti). La frequenza dei Movimenti Attivi Fetali (M.A.F.) aumenta proporzionalmente alla maturazione del del sistema nervoso, raggiungendo l'acme intorno alla 32ª settimana gestazionale; da quest'epoca in poi si assiste ad decremento dell'attività motoria dovuto all'inibizione dei sistemi centrali di controllo ed alla comparsa del sonno tranqillo. I M.A.F. sono stabili su valori minimi nelle prime ore del mattino, mentre raggiungono i valori massimi nelle ore serali. Molto interessante, a tal proposito, appare il rapporto tra le variazioni giornaliere dell'increzione di endorfine, A.C.T.H. e cortisolo materni e M.A.F., infatti, ai massimi livelli ematici materni di del mattino corrisponde la minima attività motoria fetale, mentre ai minimi livelli ematici materni nelle ore serali fa riscontro la massima attività fetale. Alla luce di queste nuove acquisizioni e soprattutto in base al concetto di periodicità, si rende necessario reiterpretare alcuni particolari quadri cardiotocografici considerati fino ad oggi segno di sofferenza fetale. Così nel corso dell'ottavo mese (32ª-36ª settimana gestazionale) una scarsa variabilità della frequenza cardica fetale può essere interpretata come segno di ipo-ossigenazione. Viceversa nel corso del nono mese o meglio presso il termine (37ª-40ª settimana gestazionale) lo stesso pattern cardiotocografico è con buona probabilità indice di sonno fetale; infatti, in quest'epoca le fasi di sonno diventano più frequenti e possono durare anche 40-60 minuti; pertanto è opportuno non limitare il Non Stress Test a 30 minuti, e in presenza di segni d'allarme è consigliabile prolungare il monitoraggio piuttosto che ripeterlo dopo 24 ore. Su queste basi si fondano gli "scores" proposti da Vari Autori per la quantizzazione in un punteggio (score) delle caratteristiche di variabili dell'attività biofisica fetale.